Ed eccomi a parlare di Pinocchio. Sempre lui, il mio compagno di viaggio, il burattino nodoso che ci ha perseguitato tutti quando eravamo bambini e, a scuola o a casa, ci dicevano che non era quello il modello da seguire. Sì, perché la tanto desiderata trasformazione finale non è più un’avventura ma vita vera: e allora, chi se la ricorda? Pinocchio in fondo potrebbe anche essere morto impiccato alla quercia grande se non fosse stato di legno. Insomma, Pinocchio per me è vivo finché rimane di legno. Il resto nessuno lo conosce.
Il Pinocchio che vedete qua accanto è il risultato di un’amicizia iniziata in casa con le illustrazioni di Beniamino Bodini, ignote ai più ma di grande capacità evocativa, e proseguita poi tramite le interpretazioni dei mille più famosi che lo hanno disegnato, dipinto o trasformato in opera televisiva, talvolta fissando per sempre il ricordo di certi paesaggi e di alcune melodie. E’ stato però un insegnante d’arte, “Il Mattioli”, a darmi la possibilità di sentirmi parte di una creazione in divenire, di entrare in casa di Collodi e di renderne vivi i personaggi.
Allora ero io stesso un burattino, ehm, un ragazzino in cerca di futuro, e quando ho realizzato quel progetto scolastico a niente pensavo se non alla possibilità di divertirmi disegnando. Lo scorso inverno però ho un po’ rimaneggiato e rielaborato alcune di quelle tavole per presentarle al concorso indetto per i 130 anni dalla prima pubblicazione delle Avventure ideato da Antonio Attini Editore. Bene, quel concorso l’ho vinto e le tavole sono state esposte prima nella galleria Davico di Torino (27/29 gennaio 2011), poi alla mostra 50 artisti per Pinocchio (17-26 febbraio 2012) organizzata presso il museo Gianduja di Grugliasco (To) e al museo del Parco di Pinocchio a Collodi (7 giugno-8 luglio 2012).
Tutto qua? Bhè verso la fine degli anni ’90 la realizzazione di un libro multimediale dedicato al terribile burattino ha impegnato le mie capacità, anche organizzative, per un bel po’ di tempo. Animatori, musicisti e attori furono coinvolti nel progetto e tutti insieme ci prefiggemmo di realizzare un cd dove accanto al testo di Collodi, letto da professionisti, si affiancassero animazioni e musiche originali, oltre ad un giochino, lo Schiacciagrillo, ispirato alla storia. Il tutto basato sulla elaborazione dei personaggi che io avevo nel frattempo realizzato.
La conclusione forse ve la immaginate. Quando il prototipo dimostrativo fu pronto, alte lodi e felice stupore accolsero l’opera. La Giunti fu la prima a riconoscerne il grande valore e l’immenso contributo che avrebbe arrecato a tutta una nuova generazione di lettori. Sennonché l’era dei cd multimediali, sorta appena qualche ora prima, già minacciava il rapidissimo declino cui poi effettivamente è andata incontro. Del resto chi fra di noi oggi usa il cd come supporto di qualcosa?
Pinocchio dunque rimane per me un progetto in divenire.